Acquistare... dove?
Una domanda che assilla il collezionista, specie neofita, che si ritrova in un oceano di offerte commerciali e private per mezzo delle più svariate forme di vendite (a prezzo fisso, su offerte, aste di varia tipologia, etc.).
Analizziamone alcune nelle caratteristiche principali così che il lettore possa scegliere, con cognizione, quella che gli si presenta più congeniale e idonea alle proprie esigenze.
Tralasciamo, perché ormai residuali, le vendite proposte dai classici negozi filatelici, ormai quasi totalmente scomparsi, e da attività commerciali per mezzo di cataloghi così come quelle in convegni commerciali e circoli privati peraltro, sempre a prezzo stabilito dal venditore e trattabile entro certi limiti. Tralasciamo pure le aste nazionali e internazionali di grande respiro destinate ad una platea dal gradino medio-alto all’Olimpo del collezionismo. Concentriamo invece l'attenzione sulle metodologie oggi utilizzate su piattaforme di vendita on line con spazi riservati agli oggetti da collezione (ebay, delcampe, catawiki, etc.) e su facebook. Ci focalizziamo quindi su luoghi virtuali dove il collezionista, in genere di medio livello, ricerca spesso con la speranza di un acquisto vantaggioso da qualcuno della moltitudine di “privati” ai quali il nuovo mondo digitale ha fornito l’opportunità di vendere producendo un’amplificazione esponenziale di quella sacca marginale che operava in passato nei mercatini, nei circoli, con avvisi pubblicitari sulle riviste specializzate.
Le vendite “on line” possono suddividersi in 3 tipologie basilari
- PREZZO FISSO
- PREZZO FISSO CON PROPOSTA D’ACQUISTO
- VENDITA SU OFFERTA
PREZZO FISSO: il vantaggio per l’acquirente consiste nella possibilità di valutare sulla base delle proprie cognizioni e parametri personali decidendo di conseguenza e, se di grande competenza in settori particolari, acquisire, prima di altri, oggetti altrimenti a costo superiore specie se in asta con la presenza di altri specialisti. Modalità dunque congeniale a collezionisti che ricercano oggetti per le proprie raccolte e in ogni caso acquirenti con minore propensione al rischio.
PREZZO FISSO CON PROPOSTA D’ACQUISTO: nessun vantaggio per l’acquirente dal momento che il prezzo fissato dal venditore è quasi sempre più elevato, e a volte di molto, per cui può capitare di sborsare oltre il dovuto pur in presenza di un’offerta sensibilmente inferiore. Presenti a vagonate gli oggetti a prezzi quadruplicati, se non più, per cui anche a fronte di una offerta dimezzata, e ovviamente accettata dal venditore, il prezzo pagato risulta di gran lunga superiore a quello medio di mercato.
VENDITA SU OFFERTA: vantaggio per l’acquirente di poter decidere fin dove spingere la propria offerta mentre lo svantaggio è nel non potere essere certi che le altrui offerte a rialzo siano genuine e non dovute a manovre artificiose. In tale casistica sarebbe auspicabile che il partecipante non si spinga oltre l’offerta che ha valutato idonea. Lasciarsi prendere dalle offerte multiple al rialzo d’incerta origine potrebbe rappresentare una trappola di cui poi pentirsi amaramente. Le aste hanno quasi sempre basi prefissate infime per stimolare la partecipazione prospettando la possibilità di acquistare a costo inferiore ma di fatto “difendendo” poi l’oggetto con offerte “amichevoli” non individuabili come tali su piattaforme, tipo ebay, che non ne consentono la visualizzazione. Differentemente su facebook, dove quasi sempre gli offerenti sono individuabili per cui molto improbabile i cosiddetti interventi a difesa. Per evitare la possibilità di cedere a costo inferiore, per assenza di offerte o altra casualità, si adotta la “vendita su offerta con riserva” per cui, se le offerte non raggiungono il prezzo di difesa. l’oggetto non viene aggiudicato.
I tre metodi illustrati presentano per l’acquirente, come giusto che sia, vantaggi e svantaggi per cui venditore e l’acquirente decidono come più idoneo questo, quello o nessuno dei metodi menzionati. A volte tali sistemi di vendita si interpolano così che si riscontra, specie su facebook, una metodologia di vendita di cui mi sfugge il vantaggio che dovrebbe spingere l’eventuale acquirente a ritenerla idonea. Mi riferisco alla “VENDITA SU PROPOSTA” che non deve intendersi, come sembrerebbe, una vendita al maggiore offerente, ma invece trattasi di fatto di una vendita ini cui il cedente non denuncia un prezzo (minimo di partenza, massimo trattabile oppure di altra natura) ma attende offerte di interessati che poi valuterà se accettare. E allora perché non prefissare un prezzo “trattabile” così da fornire un parametro su cui il probabile acquirente può effettuare le proprie valutazioni e agire di conseguenza?