varietà e Varietà
Le Varietà sono il sale di una collezione filatelica perché documentano un errore nel procedimento di realizzazione.
Ma l’errore, perché si configuri come tale, deve di necessità esser prodotto involontariamente altrimenti prova solo la malafede di colui che l’ha realizzato. Offerte all’apparire a cifre considerevoli, le varietà affondano poi inesorabilmente sostituite da nuove “scoperte” che spingono il collezionista, per natura voglioso di possedere rarità, ad acquisti tanto continuativi quanto incauti e non solo nell’ottica economica. Ascrivibili a tale tipologia la stragrande maggioranza di quelle repubblicane e la quasi totalità di quelle apparse dalla seconda metà degli anni settanta con una escalation degli ultimi decenni al punto che in pratica tutte le emissioni sono presenti sul mercato con una molteplicità di errori talmente vistosi che non potrebbero sfuggire a meno che gli addetti alla stampa, al controllo e alla distribuzione fossero del tutto ciechi.
Sarebbe facile elencare una sfilza interminabile a supporto di quanto asserito ma sufficiente un solo oggetto offerto ad oltre un migliaio di eurini sia in aste pubbliche che su piattaforme di vendita on-line: Foglietto ITALIA CAMPIONE DEL MONDO 2006 stampato in esemplare doppio su foglio che doveva poi essere diviso con asportazione degli enormi margini, su cui peraltro sono riprodotti splendidi ghirigori sinusoidali policromi nonostante destinati alla tosatura, ma che per motivi ignoti (?) raggiunse il mercato. Lo stesso esemplare esiste poi con varietà “8 stelle” che, dalla definizione, sembrerebbe trattarsi di una “doppia stampa” mentre è un “fuori registro” dei colori a produrre la duplice immagine.
Ben diversamente per quelle “Varietà” che la casualità di produzione e le difficoltà derivanti da controllo reale rendono interessanti, spesso rare e persino, in alcuni casi, sottoquotate se paragonate alle “varietà” contemporanee che, prodotte a vagonate, hanno invaso il mercato. Ad esempio il valore da 50c. della serie “asse italo-tedesco” con dentellatura orizzontale fortemente spostata conosciuto solo allo stato di usato.
Varietà siffatte possono arricchire, non solo in quanto a fascino, una collezione filatelica nella certezza che, se acquistate a prezzo congruo, non si sono buttati i propri soldini perché ci sarà sempre un Collezionista che pagherà il giusto e non potrà capitare, come per le varietà recenti che dopo poco, saturatosi il mercato, diventano invendibili o quasi. Un cenno necessario poi alle “varietà non catalogate” perché di nessun interesse per i commercianti che non ne dispongono al contrario di certe “rarità” presenti in tutte le vendite ed aste a centinaia se non a migliaia di eurini. Ad esempio il 5000L. con la testa dell’Italia turrita in colore nero invece che verde, varietà non nota su francobollo nuovo e raro usato specie se ancora su supporto. Di seguito esemplare usato su Bollettino Pacchi il 22.4.1994 a Vignate (MO).
Peraltro, a proposito di colori, da tenere presente che il nero è l’unico che non può essere chimicamente alterato.
In definitiva, se si tratta di spendere qualche euro allora nessun problema anche per varietà “artificiali” ma può capitare che, imboccata la strada disseminata ad arte di accattivanti oggetti sempre più costosi, è difficilissimo abbandonare anche perché spinti alla nuova acquisizione dall’aspettativa di rimediare al danno subito con le precedenti. Una specie di catena di S. Antonio di cui non è facile liberarsi.