Attenti alle... destinazioni!
Le mode sollecitano l’attivismo dei fornitori al fine di soddisfare la richiesta di mercato producendo gli oggetti al momento ricercati.
Capita anche nel mondo del collezionismo dove però gli oggetti dovrebbero essere reperiti e non prodotti come invece talvolta avviene per difficoltà di reperimento degli originali o per fornire rarità sempre più eclatanti. Purtroppo il virus della produzione fraudolenta, causa le moderne tecnologie in perenne evoluzione, impedisce all’organismo di sviluppare i necessari anticorpi. Non è immune la storia postale ma, in tale settore, la “costruzione” totale risulta in genere facilmente identificabile essendo quasi impossibile produrre come genuini i molteplici elementi che compongono l’oggetto.
Invece risulta più difficile identificare la “ricostruzione” di un oggetto genuino all’origine con la modifica di un solo particolare che però trasforma l’insieme in rarità. Si presta a tale manipolazione il settore delle “destinazioni”: moda crescente che affascina il collezionista perché può trasformare una affrancatura comune in rarità con il conseguente sbalzo della valutazione economica. Basti pensare ad una comune busta affrancata con un 1,25L. della serie “Imperiale” viaggiata per il Madagascar o Russia asiatica, che può essere trattata dal mercato a cifre estremamente superiori rispetto a destinazioni come Francia o USA.
Oggi non è difficile sostituire indirizzi vergati con penna stilografica per poi aggiungere destinazioni più o meno rare su buste prive del timbro di arrivo.
Neppure è difficile reperire cartoline scritte a matita che ovviamente risultano ideali per la contraffazione in quanto facilmente cancellabile nello scritto e quasi sempre senza timbro di arrivo per cui gioco da bambini la trasformazione.
Il collezionista analizza il timbro di partenza che, risultando genuino, convince della bontà dell’insieme e né potrebbe essere diversamente perché non altrettanto facile l’analisi della scrittura (inchiostro, grafia, ecc...) che potrebbe invece dare adito a qualche dubbio.
Il consiglio è di evitare oggetti postali senza timbro di arrivo e, se presente, solo se si è in grado di identificarlo come genuino anche perché circolano buste con timbri in arrivo di fantasia (perché il manipolatore non disponeva dell’originale) oppure non coevi per tipologia (perché disponibile ma di epoca diversa).
Ed ecco una cartolina completamente genuina da Torino 28.12.1903. a Tiflis (Caucaso) dove i molteplici elementi presenti risultano tutti coincidenti.